Pensioni: la FLC CGIL mette in moto i propri uffici
legali
Non ci arrendiamo all'iniquità della
riforma Fornero e dopo la bocciatura da parte del centro destra degli
emendamenti che avrebbero in parte sanato le ingiustizie più eclatanti a danno
dei lavoratori della conoscenza, pensiamo ai ricorsi.
21/02/2012
Le stesse forze politiche che hanno distrutto in questi tre anni di Governo Berlusconi la scuola
pubblica e impoverito tutti i pubblici dipendenti e in particolare il personale
dei nostri comparti (blocco gradoni, blocco contratti) sono le stesse che hanno
impedito l'approvazione da parte della
Commissione Bilancio dell'emendamento che avrebbe permesso in
particolare ai lavoratori cosiddetti esodati e ai nati nel 1952 ed in parte anche nel 1951 di accedere al
pensionamento dal 1 settembre 2012.
Per questi lavoratori si chiede un prezzo troppo grande, poiché non è stata
prevista una gradualità, ma uno spostamento dell'accesso alla pensione che in
alcuni casi vuol dire anche 6 anni.
L'emendamento al decreto milleproroghe che prevedeva per
scuola e AFAM di tener conto dell'anno scolastico e accademico per la
maturazione del pensionamento con le norme previgenti la riforma Monti/Fornero,
consentiva di ripristinare equità e giustizia, rispetto della fiducia
che ogni cittadino ripone nelle leggi di uno stato democratico.
Aver bloccato al 31 dicembre 2011 la maturazione dei
requisiti per accedere al pensionamento con le vecchie regole non tiene conto
della specificità dei nostri comparti che hanno da sempre avuto un'unica
finestra di uscita legata alla funzionalità dei nostri sistemi, ma anche per
l'allineamento dello sviluppo delle anzianità di servizio e delle carriere che
iniziano proprio con l'anno scolastico e accademico.
Per queste ragioni abbiamo chiesto ai nostri uffici legali di verificare la
legittimità di queste norme sul versante costituzionale.
La FLC CGIL e la CGIL continuano la loro
azione nei confronti della politica per ottenere una profonda revisione della riforma Fornero.
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