lunedì 27 febbraio 2012

Ingiustizia contro i Lavoratori della Scuola

Riforma delle norme previdenziali: l'ingiustizia contro i lavoratori della scuola :: Petizione su VeneziaToday

Riforma delle pensioni: l'ingiustizia contro i lavoratori della scuola

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Il 14 febbraio scorso, le Commissioni Affari costituzionali e Bilancio del Senato, riunite congiuntamente, non hanno approvato, per pochissimi voti, un emendamento che avrebbe consentito ai lavoratori della scuola, in possesso della vecchia quota 96 (60 anni di età e 36 di contributi o 61 anni di età e 35 di contributi), di uscire dal lavoro il 1 settembre 2012 con le norme previgenti alla legge Fornero.

I lavoratori della scuola, rispetto agli altri dipendenti pubblici, hanno questa sola finestra di uscita per il pensionamento, che coincide con la fine del vecchio anno scolastico e con l'inizio di quello nuovo. Contrariamente a quanto fatto nelle precedenti riforme previdenziali, nel decreto legge "Milleproroghe" salva-Italia, all'articolo 24 che regola le disposizioni in materia pensionistica, non viene nemmeno nominata la specificità del comparto scuola.

Dopo il voto sul decreto, solo il Governo può intervenire con misure correttive, per correggere quest'ultima ingiustizia nei confronti dei docenti e personale Ata e prorogare al 31 agosto del 2012 le vecchie norme utili per poter accedere al pensionamento: la copertura finanziaria sarebbe anche stata trovata in sede di discussione dell'emendamento al Senato. La ministra Fornero che aveva auspicato una soluzione del problema e il senatore a vita Monti, chiamato dal Capo dello Stato a governare in questo momento difficile, dovrebbero recepire la richiesta da parte di chi lavora nel mondo della scuola: un mondo la cui scansione cronologica è quella dell'anno scolastico e non quella dell'anno solare. Il termine 31 dicembre 2011 come limite per godere dei vecchi diritti rende difficile, se non improbabile, un'armonizzazione tra la riforma previdenziale approvata a dicembre e i tempi di uscita dalla scuola, cadenzati al 31 agosto di ogni anno scolastico. Peraltro, l'emendamento presentato al Senato, se approvato, avrebbe offerto una risposta concreta ai precari, sbloccando il turn over di 4mila nuovi docenti, certamente più motivati dei "nonnetti" plurisessantenni.

Si tratta, a detta di alcuni giuristi, di una iniquità in contraddizione con l'articolo 3 della Costituzione che sancisce il principio di uguaglianza. Tale ingiustizia va a negare un diritto che, se andrà a buon fine l'eventuale ricorso collettivo annunciato dal nascente Comitato "Quota 96", costerà allo stato molto denaro oltre alla sua stessa credibilità. I "profili di anticostituzionalità", invocati dall'ex ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni, continuano a essere ignorati o non presi in considerazione. Se siamo ancora in uno stato di diritto, si abbia maggior coraggio politico e si intervenga per sanare questa "stortura".

I lavoratori della conoscenza sono i depositari del sapere e per questo dobbiamo tributar loro maggiore considerazione sociale. Basta con gli atteggiamenti mortificanti. Le università e le scuole non sono meno importanti delle banche, delle industrie e delle consorterie finanziarie. Ci sono fondate ragioni di credere che se si fosse trattato della classe dei medici o di altre categorie "produttive" un simile accanimento non ci sarebbe mai stato.

Il Comitato "Quota 96", che in pochi giorni ha aggregato oltre 900 docenti e lavoratori Ata vuole rivendicare una revisione in sede governativa del differimento al 31 agosto 2012 per il diritto al pensionamento secondo le norme preesistenti al decreto legge salva-Italia, e promuoverà eventuali azioni legali , anche con ricorso al Consiglio di Stato, per il rispetto dei diritti di tutti i lavoratori della Scuola.

Flavio Giantin. Fossò, VE.
Docente di scuola primaria.
60 anni di età il 7 marzo 2012, 40 anni di servizio il 31 agosto 2012


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