G.Grasso
RAGIONAMENTO INTORNO ALLA LEGITTIMITA’ DEL NOSTRO DIRITTO PENSIONISTICO dopo il D. L. di Ferragosto
1. Dopo una conversazione telefonica con l’amico Roberto Amorosi, che non smetto mai di ringraziare in ragione dei continui suggerimenti di carattere giuridico ed esegetico che mi/ci fornisce, vorrei ricostruire un ragionamento riassuntivo sul nostro diritto ad andare in pensione a partire dal D.L. di Ferragosto.
2. Il suddetto D.L. ha espletato la «ricognizione» di un diritto ben preciso. Ha detto, in buona sostanza e sintetizzando molto, che chi matura i requisiti per andare in pensione a decorrere dal 1/01/2012 ha il diritto di poterlo fare, però ad una condizione: si può esercitare un simile diritto a partire dall’anno successivo, ovvero dal 1/09/2013. È la cosiddetta finestra mobile che rimanda di un anno la nostra uscita dal lavoro.
3. Qual è il significato giuridico di tale D.L.? È molto semplice. Con esso il legislatore non solo è andato a riconoscere la sussistenza di tale diritto ma è andato addirittura a consolidarlo. E qui s’inserisce la riforma Fornero con il famigerato art. 24.
4. La riforma Fornero, viziata nella forma come più volte è stato detto da più fonti autorevoli, voleva venire ad affermare che la disposizione citata, quella di Ferragosto, non si applica più o, che è lo stesso, che è stata disapplicata.
5. Qui sta il nostro punto forte. L’articolo 24, in verità, non ha molto senso, da un punto di vista normativo, per noi, perché va in qualche modo a porre una «legittimità costituzionale».
6. La conseguenza di tale articolo rispetto al D.L. di ferragosto è che il legislatore non può, dopo aver riconosciuto quel diritto ad andare in pensione dal 1/09/2012, ancorché prorogato all’1/09/2013, ovvero dopo quattro mesi, TOGLIERE quanto ha già dato
7. Questo, in estrema sintesi, è il ragionamento di Roberto Amorosi,...
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