martedì 6 marzo 2012

Insegnanti nati nel 52...

http://www.oggi.it/posta/lettere/2012/03/06/insegnanti-nati-nel-52-e-riuniti-in-un-blog-per-il-diritto-alla-propria-pensione/

Insegnanti nati nel ’52 e riuniti in un blog per il diritto alla propria pensione

Gentile Dott. Brindani,
faccio parte della numerosa schiera di insegnanti (4000)che si è vista violare il diritto di andare in pensione: siamo, purtroppo, nati nel 1952 e la Riforma Fornero ha stabilito che “chi matura i requisiti entro il 2011, potrà andare in pensione, mentre chi li matura nello stesso anno scolastico, ma nel 2012 potrà andare in pensione dopo sei anni”.
Circa 1000 di noi si sono riuniti in un blog, messo a disposizione dall’onorevole Manuela Ghizzoni (PD), e hanno costituito il comitato “Quota 96″ che è il risultato della somma del requisito anagrafico e del requisito contributivo (60 anni +36 di contributi o 61+35).La Ghizzoni, insieme alla Senatrice Mariangela Bastico, si è spesa molto per la nostra causa, tanto da raccogliere gli sfoghi di 4000 persone e metterle in contatto fra di loro.
Le spiego la questione: i “lavoratori della conoscenza”, come ci definiamo, hanno una sola finestra di uscita per andare in pensione: il 1 settembre; aver messo come termine utile il 31 dicembre 2011, invece che il 31 agosto 2012, ha violato il nostro diritto di pensione. La nostra deputata recita così: “C’è una specificità nel mondo della scuola ed è che per dare continuità didattica, la cessazione del lavoro per i pensionandi è condizionata dai ritmi scanditi dall’anno scolastico, ed è quindi vincolata un sol giorno: il 1 settembre per ogni anno. Nessun altro lavoratore del pubblico impiego è sottoposto a tale vincolo; la riforma Fornero ha creato una disparità che bisogna SANARE”.
La bocciatura in senato dell’emendamento 6.51 (per solo 4 voti) ci ha indignato ed il nostro gruppo, rappresentato dall’avvocato Domenico Naso del foro di Roma, ha quindi deciso di adire le vie legali, ma come potrete immaginare, prima che si esaurisca l’iter giudiziario, probabilmente noi saremo già in pensione.
L’onorevole, ostinata e decisa a non mollare, ha depositato un’interrogazione al Ministero del Lavoro e dell’Economia. Se è una questione di soldi, come dice la Tesoreria, perchè fare cassa con i soldi dei docenti, che sono sempre stati la “Cenerentola italiana”, anzichè con gli aerei di guerra? Siamo educatori e ci stiamo comportando correttamente di fronte ad un’ingiustizia passata inosservata (la riforma Fornero è stata definita macelleria sociale ).
Certo siamo pochi, sparsi in tutta Italia e lontani fisicamente, non facciamo audience: aiutateci a trovare un pò di visibilità.
Noi siamo quelli che hanno nelle mani il futuro del Paese, con uno stipendio offensivo, che stanno in trincea, che vanno ogni giorno in classe a dare una speranza per il futuro dei nostri ragazzi. Ma che speranze possiamo dare ad una generazione informatizzata, noi stanchi, privi ormai di entusiasmo?Dobbiamo rimanere a scuola “finchè morte non ci separi” come ha scritto il collega Roberto sull’Espresso?
Leggendo il blog si percepiscono sentimenti di rabbia da parte di chi ha servito il Paese per 40 anni, e sognava adesso di fare il nonno o di accudire i genitori anziani.
Noi abbiamo dato, noi meritiamo attenzione, Ci aiuti…
Paola Rizzo quota 96
cesarevaccaro@libero.it
mazara del vallo
Aggiornato al 06 marzo 2012

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